Feb 18, 2023 | News

Arte&Fisco – Le Fondazioni d’arte: da passione individuale a condivisione pubblica

Oggi si parla di Fondazioni nate da una passione per l’arte e che sempre più coinvolge collezionisti corporate.

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Nel mondo dell’arte è ricorrente la presenza di Fondazioni, e sempre più nel mondo corporate.  Perché? Come rappresentano uno strumento di gestione del patrimonio artistico?

La fondazione è un’organizzazione senza scopo di lucro, costituita con finalità benefiche, dove il fondatore è colui che decide lo scopo della fondazione stessa.

La presenza capillare di fondazioni sul nostro territorio è la naturale risposta al vasto patrimonio artistico e culturale del paese.

La formazione di una collezione, di un patrimonio personale arricchito con più opere, anche di differenti tipologie, solitamente porta con sé due aspetti critici per il collezionista privato o corporate: in primo luogo il binomio protezione – passaggio generazionale; e secondariamente la valorizzazione delle opere nel tempo.

Da una prospettiva sociologica infatti l’acquisto di opere d’arte è un qualcosa di strettamente personale, che non può essere considerato alla stregua di altre tipologie di investimenti. Sono beni di lusso che rappresentano personalità e gusti di colui che se ne circonda, con specifici bisogni e motivazioni.

Ecco in questa ottica, dove non è inusuale incorrere in collezionisti che vivono con apprensione il futuro delle opere acquistate, la costituzione di una Fondazione può essere una valida soluzione di protezione e valorizzazione del patrimonio artistico, senza che la collezione perda la firma di colui che l’ha creata.

Le fondazioni c.d. “d’arte” sono organizzazioni che si avvalgono di un proprio patrimonio per il perseguimento di uno scopo essenzialmente riconducibile ad attività di promozione e divulgazione artistica.

Dove il fondatore, nella stesura dello statuto, assicura continuità ai suoi interessi e volontà.

Quali caratteristiche hanno le Fondazioni?

L’atto di costituzione di una Fondazione produce l’effetto di vincolare i beni che vengono “donati” ad uno scopo perseguito dalla fondazione stessa, sottraendoli ad altre precedenti destinazioni.

Tale costituzione è revocabile solo fino a quando non sia intervenuto il riconoscimento della fondazione da parte della autorità competente ovvero sino a quando il fondatore non abbia fatto iniziare l’attività dell’opera da lui disposta.

E soprattutto la facoltà di revoca non si trasmette agli eredi.

Si procede quindi con la redazione di un inventario, con la descrizione di singoli beni, e una attenta catalogazione delle opere d’arte, per poi passare poi alla valutazione economica di ciascun’opera determinandone il valore di mercato necessario al fine di apportare la collezione mediante il trasferimento del diritto di proprietà con atti di donazione di opere d’arte.

Dal punto di visto organizzativo, come opera la Fondazione?

La valorizzazione della collezione passa da una governance interna, un consiglio direttivo di soggetti eletti dal fondatore e capaci di attuare quelle azioni volte alla conservazione, custodia e promozione delle opere.

Tali soggetti individueranno iniziative proprie della Fondazione, in linea con le volontà del fondatore, senza escludere anche la possibilità di concedere ad una istituzione museale l’uso della collezione stessa con esposizione al pubblico.

E dal punto di vista fiscale quali caratteristiche hanno le Fondazioni?

Il punto di partenza è la verifica delle modalità di esercizio dell’attività istituzionale che viene svolta per realizzare lo scopo della fondazione, generalmente la promozione dell’arte in generale.

È ricorrente infatti trovare, affianco all’organizzazione di mostre o visite, altre attività previste dal fondatore ed in linea con le sue volontà come la previsione di bandi per artisti, laboratori, corso o concorsi.

In questo caso è necessario capire se l’attività è organizzata in forma d’impresa o meno, senza che rilevi lo scopo lucrativo.

Lo status fiscale delle Fondazioni si basa su di un confronto tra le entrate derivanti dalle attività considerate “commerciali” e le entrate derivanti da attività “non commerciali”, come contributi, liberalità od attività c.d. “attività di interesse generale” svolte dall’ente, in linea con le finalità benefiche della Fondazione stessa.

Qualora le prime superino le seconde, l’ente sarà da considerarsi commerciale o viceversa.

Dal diverso status della Fondazione può dipendere l’assoggettamento o meno alle imposte sui redditi di qualsivoglia “entrata” finanziaria, l’accesso o meno ad importanti agevolazioni fiscali che sono previste per le fondazioni.

Le fondazioni continueranno ad essere uno strumento fortemente utilizzato in campo artistico-culturale?

L’acquisto di un’opera d’arte è un investimento, ma è anche il sogno di affiancare la propria immagine ad un qualcosa di eterno. Famiglie, singoli o aziende, con importanti patrimoni artistici, coltivano molto spesso la voglia di tramandare la loro identità, il loro senso estetico, e metterla a disposizione della collettività: la costituzione di una Fondazione, che porti il loro nome, è da molto tempo – e continuerà ad essere – la risposta a questo desiderio.